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Ogni volta che una persona che non conosco vuole provare una lezione di Yoga, cerco di indagare su quali siano i motivi che la inducono a questa scelta, non solo per conoscerla meglio e in seguito poterla aiutare al meglio, ma anche per creare una casistica che negli anni mi dia l’idea di quali siano le esigenze e di come cambino queste esigenze nel corso del tempo.

E in effetti i cambiamenti ci sono; fino a una decina di anni fa le problematiche fisiche (articolari e muscolari soprattutto) erano una componente rilevante nella scelta di approcciarsi allo Yoga. Adesso sempre di più vi è una componente non solo fisica, ma anche psicofisica che induce una moltitudine di persone ad affidarsi a metodi non convenzionali quali lo Yoga e le discipline olistiche.

Voglio partire dal presupposto inequivocabile che lo Yoga non è una terapia medica e non vuole sostituirsi alle terapie in corso prescritte da professionisti che ben sanno ciò che fanno; pertanto le righe a seguire si baseranno sui concetti di aiuto, sostegno e cooperazione.

Partiamo definendo che cos’è lo stress.

Stress significa difficoltà; quando il corpo si sente minacciato da una difficoltà o da un evento particolarmente preoccupante che causa tensione fisica o mentale, mette in atto una serie di meccanismi di difesa, dettati dal sistema endocrino e nervoso, dirigendo tutte le energie disponibili per prepararsi alla difesa: combatti o fuggi, “fight or flight”.

Questo meccanismo del tutto naturale, innesca delle reazioni corporee e fisiche tipiche di chi deve fronteggiare un pericolo imminente e sono indispensabili per la sopravvivenza: aumento dei battiti, respiro più veloce, aumento della pressione sanguigna per rendere i muscoli più performanti, dilatazione delle pupille per acuire la vista.

Appena il pericolo è scampato, subito il corpo torna alle sue funzioni “usuali” e la vita riprende a scorrere normalmente. Se così non dovesse avvenire ecco che lo stress diventa prolungato e patologico.

Un esempio:

Sono in ritardo per un appuntamento; mi vesto di corsa, esco e corro per cercare di diminuire il ritardo accumulato; il battito aumenta, il respiro accelera; arrivo sul luogo dell’incontro e mi accorgo che il mio compagno è anch’esso in ritardo; mi abbandono sulla panchina e mi rilasso.

Questa è la risposta fisiologica al momento stressogeno che devo affrontare e che termina in pochi secondi o pochi minuti dopo la fase acuta.

Sono in ritardo per un appuntamento; mi vesto di corsa, esco e corro per cercare di diminuire il ritardo accumulato; il battito aumenta, il respiro accelera; arrivo sul luogo dell’incontro e mi accorgo che il mio compagno è anch’esso in ritardo; continuo a restare sul chi vive per paura di arrivare in ritardo anche ai prossimi appuntamenti e per timore che il mio compagno si accorga comunque di non aver rispettato l’orario; per tutto il giorno il respiro resta affannato e il cuore batte più forte.

Quale dei due casi ti sembra possa essere più veritiero? Ovviamente il primo.

Se il sistema nervoso non è in grado di fronteggiare il momento di stress e soprattutto non riesce a ritornare in una situazione di normalità, ecco che lo stress può diventare qualcosa di importate e invasivo.

L’esempio appena citato racconta di una situazione certamente non grave che ognuno può sperimentare nella propria quotidianità; lo stesso meccanismo però si mette in atto anche quando le situazioni possono essere più importanti, fino alle più gravi: tensione per un esame, un momento di paura per un incidente, un periodo di malattia importante, etc.

Così si può dire che ci sono due tipi di stress: lo stress “positivo” e quello “negativo”.

Senza stress non si può vivere e non si può progredire, poiché gli stimoli allenano la capacità di adattamento e di miglioramento. Si dice quindi “eustress” (stress positivo) quando il corpo e la mente mettono in atto tutte le azioni necessarie per superare un momento di difficoltà, adattandosi alle condizioni interne o esterne per raggiungere un obiettivo e subito ritornano alla normalità.

Quando invece i cambiamenti endocrini e nervosi si prolungano nel tempo anche in assenza di eventi particolari o l’organismo modifica le proprie condizioni in maniera esagerata anche per eventi di entità lieve, allora si è in presenza di “distress” (stress negativo).

Le conseguenze di periodi di forte stress (spesso anche non generato da reali condizioni esterne), possono essere molteplici e a volte anche preoccupanti; eccone alcune:

  • cambiamenti repentini dell’umore
  • difficoltà a rilassarsi e a dormire
  • costante preoccupazione e agitazione
  • bassi livelli di autostima
  • mancanza di energia
  • mal di testa
  • tensioni muscolari
  • alterazioni significative del respiro
  • sistema immunitario compromesso

Nei casi più gravi possono addirittura verificarsi casi di problemi cardiaci, aumento della pressione fino ad attacchi di panico.

Lo Yoga può essere un validissimo strumento per prendere consapevolezza degli stati alterati che si presentano nella vita quotidiana, sia per affrontare i momenti di oggettiva difficoltà sia per ridimensionare i momenti in cui la mente tende a ingigantire alcune situazioni così da affrontarle in modo differente.

Le pratiche yogiche portano cambiamenti profondi a livello endocrino e quindi anche nei meccanismi fisiologici e psicofisici.

Le Asana sono una serie di posture e movimenti in grado di portare consapevolezza delle proprie sensazioni. Si possono praticare a casa o in sala con appuntamenti settimanali, ma possono essere un valido sostituto della pausa-caffè o della pausa-sigaretta in ufficio e sul luogo di lavoro. Al posto di prendersi 5 minuti per qualcosa di nocivo per la salute, si può sfruttare il piccolo break per qualcosa di salutare. I benefici si faranno vedere già dalle prime settimane!

Il Respiro è forse lo strumento più efficace che lo Yoga dona ai praticanti. Anche solo cercare di rallentare il respiro è già tantissimo. Si può praticare in modo preventivo per qualche minuto al giorno e si può usare come strumento attivo nel momento in cui ansia e stress fanno capolino e si fanno sentire.

Il rilassamento profondo aiuta a lasciare andare le tensioni e le preoccupazioni. Tramite visualizzazioni e tecniche specifiche il corpo si rilassa e la mente riesce a concedersi un momento di abbandono i cui benefici perdurano nel tempo.

Per i principianti è sempre consigliabile affidarsi a un insegnate esperto, che potrà valutare la situazione e consigliare le tecniche più adatte.