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Nell’attimo in cui sei nat^ sei entrat^ nel mondo con un’inspirazione e dal quel momento non hai mai smesso di respirare.

Ti sei mai chiest^ a cosa serve respirare?

Il corpo umano, per sopravvivere, ha bisogno di energia, che viene ricavata dagli zuccheri introdotti tramite l’alimentazione. Questi zuccheri vengono poi “bruciati” in presenza dell’ossigeno che si trova all’interno delle cellule.

 

Si può quindi affermare che lo scopo della respirazione è la respirazione cellulare.

 

Riassumendo: il corpo umano si nutre dell’ossigeno che c’è nell’atmosfera, introducendolo attraverso la respirazione e lo porta all’interno delle cellule rendendolo disponibile per la produzione di energia.

 

La respirazione, perciò, si compone di fasi e passaggi articolati. Immagina un percorso dalle narici fino a ogni cellula del tuo corpo:

  • C’è la ventilazione polmonare, detta anche respirazione generale, che è il fluire dell’aria da fuori a dentro il corpo e viceversa.
  • Poi c’è lo scambio polmonare, ovvero lo scambio di gas che avviene nei polmoni tra alveoli e sangue.
  • Infine c’è lo scambio gassoso sistemico, ovvero lo scambio di gas che avviene tra il sangue dei capillari e le cellule dei tessuti.

 

Tralasciando il non semplicissimo processo completo, quello che ti servirà maggiormente comprendere è la ventilazione polmonare, che d’ora in poi chiameremo semplicemente respirazione.

 

L’atto di immettere aria nei polmoni è detto inspirazione: quando il diaframma e alcuni muscoli accessori si contraggono, la cassa toracica si dilata, permettendo all’aria di fare il suo ingresso riempiendo i polmoni.

L’atto di espellere l’aria dai polmoni è detto espirazione: quando il diaframma e alcuni muscoli accessori si rilassano e distendono, i polmoni si svuotano permettendo così alla cassa toracica di diminuire il suo volume.

 

Per iniziare il tuo viaggio nel respiro, puoi iniziare con questo semplice esercizio:

Siediti a terra in una posizione comoda a gambe incrociate con la schiena dritta. Se hai difficoltà utilizza un cuscino oppure una sedia senza appoggiarti allo schienale. Parola d’ordine, comodità!

Porta l’attenzione al tuo respiro naturale e inizia a osservare i movimenti spontanei di alcune parti del tuo corpo a ritmo del respiro.

Poi pian piano inizia a prendere consapevolezza del movimento del diaframma, che scende verso il basso quando inspiri e risale quando espiri.

Non sentirti frustrat^ se inizialmente queste sensazioni sono difficili da contattare; serve solo tanta costanza!

 

Quando avrai praticato per un po’ di volte questo esercizio, forse ti sarai res^ conto che nel tuo respiro ci sono degli schemi respiratori che si ripetono; uno fra i più comuni è quello di muovere l’addome in modo contrario al naturale (portando l’ombelico indietro mentre inspiri e in avanti mentre espiri), oppure di tenere l’addome fermo sollevando molto le spalle durante l’inspirazione.

Questa tendenza respiratoria accorcia il movimento del diaframma respiratorio, nei casi più accentuati provocando tensioni nella parte superiore del corpo (collo, spalle, dorso, mascella) e spesso anche all’apparato digerente.

 

Puoi fare questo secondo esercizio per riattivare il movimento naturale diaframmatico:

Siediti di nuovo comodamente nella posizione che hai scelto per tenere la schiena dritta.

Porta l’attenzione al tuo respiro naturale e inizia a osservare i movimenti spontanei di alcune parti del tuo corpo a ritmo del respiro.

Immagina all’interno del tuo addome una spugna che si gonfia riempiendosi di liquido (il tuo respiro) quando stai inspirando e si strizza dolcemente lasciando andare tutto il liquido quando stai espirando.

Continua per qualche minuto, poi lascia dissolvere questa visualizzazione e osserva il movimento addominale. Noti delle differenze rispetto a prima?

Continua per qualche giorno, o finché i movimenti del tuo respiro naturale ritorneranno a essere spontaneamente collegati con i due atti respiratori, ovvero fino a quando l’addome si espande durante l’inspirazione e poi si svuota durante l’espirazione.

 

Ora sei pront^ per iniziare a praticare la respirazione yogica!

 

Inizialmente, per una questione didattica, si può suddividere l’inspirazione (e poi anche l’espirazione) in 3 fasi, per questo motivo la respirazione yogica è detta anche trifasica.

Immagina i polmoni come due triangoli equilateri (quello di sinistra leggermente più piccolo per la presenza del cuore) e dividili orizzontalmente in 3 sezioni.

  1. Durante l’inspirazione la parte inferiore, quella un po’ più grande, si riempie per prima, ovvero quando puoi sentire l’addome che si sta espandendo.
  2. In seguito di riempie la parte centrale, quella di dimensioni intermedie, ovvero quando puoi sentire la cassa toracica che si sta espandendo.
  3. Infine si riempie la parte apicale, quella più piccola; in questo momento puoi percepire le clavicole e le spalle che si sollevano leggermente.

A ritroso, durante l’espirazione, visualizza i tuoi polmoni svuotarsi dall’alto verso il basso: le clavicole e le spalle si rilassano, si svuota la cassa toracica e infine l’addome si sgonfia.

 

Dopo un periodo di pratica quotidiana e costante di questa respirazione, inizierai a sentire il respiro fluido e non sarà più necessario visualizzare le tre fasi distinte; esse si legheranno tra di loro in modo spontaneo e naturale.

 

La respirazione yogica trifasica ha moltissimi benefici, perciò anche solo qualche minuto di pratica al giorno può realmente cambiare la tua vita.

 

“Quando il respiro (vata) è irregolare la mente è instabile, quando il respiro si ferma anche la mente diviene calma e lo yogi raggiunge l’immobilità assoluta”

Hatha Yoga Pradipika, II, 2

 

La respirazione yogica

  • migliora la capacità respiratoria
  • tonifica il sistema nervoso
  • migliora l’ossigenazione cellulare
  • migliora le funzioni digestive (grazie al movimento diaframmatico più profondo)
  • riduce l’ansia e lo stress
  • e tanto altro che potrai sperimentare con la tua pratica personale

 

Non ti resta che iniziare il tuo personale viaggio nel respiro!

 

 

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